domenica 23 dicembre 2012

Dilemma Del Paranoico n°3

Fissava intensamente il giovane, e i suoi occhi profondi percorrevano veloci i tratti riflessi. Non ebbe difficoltà a notare qualcosa di particolarmente strano: non si riconosceva per niente. Le orecchie si intravedevano, nascoste in parte dai capelli biondi, le sopracciglia che sembravano dimostrare naturalezza e il naso più pulito del solito. Lesse timidezza e onestà, intelligenza e coraggio in quel viso. Decisione nei penetranti occhi verdi bottiglia.. Coraggio che si diffuse in una vampata di rossore in quei lineamenti innocenti. Per un attimo stentò a crederci, intimorito da quell'immensa, cupa apparizione precedente nel riflesso, e provò inspiegabilmente la sensazione di essere in trappola, ancora una volta, dai suoi pensieri. Si interruppe di colpo quando vide quei lineamenti farsi improvvisamente tesi per l'ira, le sopracciglia inarcarsi, e scintillare gli occhi profondamente infossati. Preoccupato cerco di capire cosa stesse succedendo. Sembrò combattere contro una furia scatenata che saliva dall'intimo, per un attimo ebbe la precisa sensazione di morire strangolato da quei tentacoli enormi e viscidi che gli serravano spasmodicamente davanti al volto mentre il riflesso lo squadrava senza nascondere il proprio odio.
Indietreggiò frettolosamente ed inciampò in un angolo, sommerso dalla paura. Desiderava con tutto il cuore di sprofondare o svanire, evitare quello sguardo così deciso, così forte... Tanto sopraffatto dal terrore da non riuscire a parlare, si ergeva contro l'accusatore, tremando e sperando di poter tornare a stare tranquillo.
Sussultò ancora, rendendosi improvvisamente conto che quell'essere attaccava deliberatamente. Sospirò più volte cercando di calmarsi, sospiri così forti che per alcuni istanti gli si annebbiava la vista. Si calmò e lentamente si sedette in quell'angolo buio, lo sguardo ancora inchiodato su quel volto tenebroso. Pronunciò qualche parola, poi la sua voce si smorzò improvvisamente in uno stanco mormorio.. La paura lo aveva presidiato nell'intimo delle sue debolezze. Cercò inesorabile una via d'uscita, una luce che lo guidasse a vincere questa battaglia ormai persa dall'inizio, secondo il suo carattere ancora debole e poco assuefatto dalla paranoia. Si abbandonò lentamente alle gelide piastrelle respirando affannosamente, chiuse gli occhi cercando di non vedere, si liberò del pensiero che lo tormentava. Per alcuni gradevoli istanti, il suo cuore si calmò e ricominciò a battere in modo naturale, la presenza tenebrosa e le pesanti paure furono sommerse dal  profumo fragrante della libertà che aveva ritrovato. La luce. Sorrise, assorto nei pensieri che era finalmente riuscito a creare, nuvole scure si allontanarono e quella luce torno a brillare, ancora una volta. Di colpo smorzò il sorriso, guardando quel riflesso con faccia decisa, coraggiosa. Sarebbe successo ancora, ma lui, a muso duro, avrebbe vinto ancora.

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