venerdì 6 giugno 2014

Dilemma Dell'Insicurezza N° 26

Il locale era immerso in una mansuetudine invidiabile, si respirava aria docile e tranquilla. L’uomo, navigando nei pressi della scalinata di Montmartre, venne dirottato dall’incredibile pioggia scrosciante e dalla nebbia ad entrare nel locale per ripararsi. Le luci dei lampioni erano opache e morbide alla vista, la porta si lasciava alle spalle quella tempesta incredibilmente aggressiva. Si tolse il soprabito e il cappello, li appoggiò all’attaccapanni di legno faggio e si guardò in giro, sfoggiando il suo elegantissimo vestito nero che abbinato ai suoi gesti raffinati, creavano un sofisticato carisma da far impallidire. Il locale era immerso in zone buie con pochi strascichi di luce debole e fioca, che illuminavano quelle, ad occhio, comodissime poltroncine rosse che costeggiavano i vari piccoli tavoli rotondi. Il fumo nell’aere creava dei disegni artistici e si andava a fermare a qualche metro da terra, creando una nebbia che premeva ai lati degli occhi. Si sedette, si mise comodo e aspettò che arrivasse qualcuno per servirlo, era preso da una strana voglia di vino rosso. Dal palco provenivano i meravigliosi suoni della tromba e della voce di Chet Baker e della sua Jazz Band, con Almost Blue che copriva quella leggera aria malinconica e noir che si era creata. Arrivò la cameriera, con un corpo seducente e uno sguardo alla ricerca di attenzioni, di quelle che facevano perdere la testa. Ordinò del vino rosso, un Château Pétrus, la cameriera si allontanò dondolando il bacino, stretto in un attillato pantalone di finta pelle. Portò il calice alla bocca, bevve un sorso e si gustò tale opera con occhi socchiusi, immerso nel piacere e nella rilassatezza dell’atmosfera nubilosa. C’era poca gente in giro, un uomo che parlava all’orecchio di una donna, che dal vestito faceva intendere di essere lavoratrice delle strade di Rue Saint-Denis, che sorrideva maliziosamente alle probabili proposte spinte dell’uomo. Una donna però attirò l’attenzione e meritava sicuramente degli sguardi più intensi e contemplativi, a quel fascino di rara natura. Indossava un Christian Dior - new look rosso fuoco con uno spacco che faceva smorzare il fiato pure a chi, dal canto suo, era attratto dallo stesso sesso; un cappello fine, un neo sopra il labbro e un viso perfetto. La Brigitte Bardot con i capelli mori ondulati, che fumava da un raffinato fume-cigarette, la sua pelle d’avorio e faceva strage di cuori e di perversioni. Si portava alla bocca con delicatezza l’oggetto, le sue labbra sembravano accoglierlo con candore e morbidezza, il rossetto secco ne dimostrava la sicurezza e al tempo stesso la fragilità. Facevano l’amore in quel piccolo frangente di respiro, dove si scambiavano parti di loro stessi. La sua eleganza era innegabile e l’uomo ormai ne era perso, la sua ammirazione verso la dea sembrava non placarsi e dentro di sé la voglia cresceva maledettamente. Nel silenzio forzato, l’unico suono è il respiro di lei, il suo corpo irradia morbidezza assoluta e la sua pelle emanava il delicato Chanel n°5. Il cuore cominciò a martellargli in petto, il sangue si rimescolava veloce, dentro di sé, voleva sfamare il desiderio di passione.
Tutto rallentò vertiginosamente e si scolorì, dando un tocco Noir et Blanc. La cameriera versava dell’ulteriore vino in quel calice, cercando invano l’attenzione dell’uomo, mentre alla donna veniva servito il classico Dry Martini. La splendida canzone continuava la sua scalata verso la fine, i suoni si articolavano per accompagnare i suoi gesti e nei torbidi pensieri dell’uomo, accompagnavano la rinascita del piacere. Le sue dita avide di calore, i suoi occhi rapiti dal meraviglioso panorama della nuda schiena di lei, giocavano con quelle curve per accrescere la passione. Due mondi distinti, il pensiero e la realtà di quell’uomo. Si era creato un dualismo, una parte di sé si era dimostrata sciocca mentre l’altra è in attesa di abbandonarsi alla voluttà dei sensi. I suoi occhi ammiravano, la sua mente agiva, la sua immaginazione fece visita alla perversione, tutto il lato sensibile era diviso tra le due cose, che spaziavano veloci tra loro e mandarono l’uomo in uno stato catatonico di dubbi e insicurezze. L’uomo era l’uomo, l’animale era l’animale. Perdeva il controllo di sé e questa cosa lo infastidiva, ma il desiderio era troppo forte. Il rumore del letto e degli ansimi iniziò a divenire sempre più reale, gli occhi ormai non sapevano più quale fosse la realtà o l’immaginazione. La canzone finì, Almost Blue era stata la colonna sonora di quella assoluta manifestazione di debolezza. Si alzò di scatto e il calice si rovesciò, bagnando e sporcando la tovaglia di seta, che dal neve, passò ad un colore rosso sangue. Nemmeno quello attirò l’attenzione della dea, ancora lì, ferma a fare l’amore con il fumo intorno a lei. Improvvisamente, un grande applauso di quelle poche persone per l’arte che scaturiva quel l’uomo sul palco, mentre la cameriera sistemava il disastro del nostro uomo, che in preda alle proprie debolezze, decise di prendere il soprabito e scappare via, nella tempesta di pioggia. All’interno trovò un numero di telefono, che apparteneva sicuro alla seducente cameriera, che in quei quindici minuti cadde in preda alle sue di debolezze, persa nel fascino del nostro uomo, persa nei suoi gesti delicati.
Quando la porta si chiuse alle sue spalle, la donna con un battito di ciglia lento, passò lo sguardo a quella porta ormai chiusa, smorzò un sorriso tenue e sottile. Aveva vinto, poteva segnare l’ennesima preda sulla sua frivola insicurezza. 


"Tutte le persone affascinanti hanno qualcosa da nascondere: di solito la loro totale dipendenza dall'apprezzamento degli altri."


2 commenti:

  1. Ciao, mi piace molto il tuo blog. Ci passo le giornate. Ma vedo che è da tempo che non posti nulla...
    Sarei contenta di leggere altre storie, spero non ti sarai stancato. A presto :)

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  2. Ciao anonima. Addirittura ci passi le giornate? Grazie per i complimenti, hai ragione quando dici che è un po' che non posto nulla, e no, non mi sono stancato. Ho avuto parecchie problematiche ultimamente e ogni volta che mi decidevo a scrivere, qualcosa mi faceva poi spostare o mi dava altre idee. Credo che oggi sia un giorno triste, credo che alcune delle problematiche siano finite e stasera, o quantomeno in questi giorni, sarò pronto a mettere qualcosa di nuovo e di fresco.
    Grazie ancora per i complimenti e tranquilla, la mia "penna" ha ancora tantissime storie da raccontare e giuro che arriverà qualcosa il prima possibile. Ciao!

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