Il locale era
immerso in una mansuetudine invidiabile, si respirava aria docile e tranquilla.
L’uomo, navigando nei pressi della scalinata di Montmartre, venne dirottato
dall’incredibile pioggia scrosciante e dalla nebbia ad entrare nel locale per
ripararsi. Le luci dei lampioni erano opache e morbide alla vista, la porta si
lasciava alle spalle quella tempesta incredibilmente aggressiva. Si tolse il
soprabito e il cappello, li appoggiò all’attaccapanni di legno faggio e si
guardò in giro, sfoggiando il suo elegantissimo vestito nero che abbinato ai
suoi gesti raffinati, creavano un sofisticato carisma da far impallidire. Il
locale era immerso in zone buie con pochi strascichi di luce debole e fioca,
che illuminavano quelle, ad occhio, comodissime poltroncine rosse che
costeggiavano i vari piccoli tavoli rotondi. Il fumo nell’aere creava dei
disegni artistici e si andava a fermare a qualche metro da terra, creando una
nebbia che premeva ai lati degli occhi. Si sedette, si mise comodo e aspettò
che arrivasse qualcuno per servirlo, era preso da una strana voglia di vino
rosso. Dal palco provenivano i meravigliosi suoni della tromba e della voce di
Chet Baker e della sua Jazz Band, con Almost Blue che copriva quella leggera
aria malinconica e noir che si era creata. Arrivò la cameriera, con un corpo
seducente e uno sguardo alla ricerca di attenzioni, di quelle che facevano
perdere la testa. Ordinò del vino rosso, un Château Pétrus, la cameriera si
allontanò dondolando il bacino, stretto in un attillato pantalone di finta
pelle. Portò il calice alla bocca, bevve un sorso e si gustò tale opera con
occhi socchiusi, immerso nel piacere e nella rilassatezza dell’atmosfera
nubilosa. C’era poca gente in giro, un uomo che parlava all’orecchio di una
donna, che dal vestito faceva intendere di essere lavoratrice delle strade di Rue
Saint-Denis, che sorrideva maliziosamente alle probabili proposte spinte
dell’uomo. Una donna però attirò l’attenzione e meritava sicuramente degli
sguardi più intensi e contemplativi, a quel fascino di rara natura. Indossava
un Christian Dior - new look rosso fuoco con uno spacco che faceva smorzare il
fiato pure a chi, dal canto suo, era attratto dallo stesso sesso; un cappello
fine, un neo sopra il labbro e un viso perfetto. La Brigitte Bardot con i
capelli mori ondulati, che fumava da un raffinato fume-cigarette, la sua pelle
d’avorio e faceva strage di cuori e di perversioni. Si portava alla bocca con
delicatezza l’oggetto, le sue labbra sembravano accoglierlo con candore e
morbidezza, il rossetto secco ne dimostrava la sicurezza e al tempo stesso la
fragilità. Facevano l’amore in quel piccolo frangente di respiro, dove si
scambiavano parti di loro stessi. La sua eleganza era innegabile e l’uomo ormai
ne era perso, la sua ammirazione verso la dea sembrava non placarsi e dentro di
sé la voglia cresceva maledettamente. Nel silenzio forzato, l’unico suono è il
respiro di lei, il suo corpo irradia morbidezza assoluta e la sua pelle emanava
il delicato Chanel n°5. Il cuore cominciò a martellargli in petto, il sangue si
rimescolava veloce, dentro di sé, voleva sfamare il desiderio di passione.
Tutto rallentò
vertiginosamente e si scolorì, dando un tocco Noir et Blanc. La cameriera versava
dell’ulteriore vino in quel calice, cercando invano l’attenzione dell’uomo, mentre
alla donna veniva servito il classico Dry Martini. La splendida canzone
continuava la sua scalata verso la fine, i suoni si articolavano per
accompagnare i suoi gesti e nei torbidi pensieri dell’uomo, accompagnavano la
rinascita del piacere. Le sue dita avide di calore, i suoi occhi rapiti dal
meraviglioso panorama della nuda schiena di lei, giocavano con quelle curve per
accrescere la passione. Due mondi distinti, il pensiero e la realtà di quell’uomo.
Si era creato un dualismo, una parte di sé si era dimostrata sciocca mentre l’altra
è in attesa di abbandonarsi alla voluttà dei sensi. I suoi occhi ammiravano, la
sua mente agiva, la sua immaginazione fece visita alla perversione, tutto il
lato sensibile era diviso tra le due cose, che spaziavano veloci tra loro e
mandarono l’uomo in uno stato catatonico di dubbi e insicurezze. L’uomo era l’uomo,
l’animale era l’animale. Perdeva il controllo di sé e questa cosa lo
infastidiva, ma il desiderio era troppo forte. Il rumore del letto e degli
ansimi iniziò a divenire sempre più reale, gli occhi ormai non sapevano più
quale fosse la realtà o l’immaginazione. La canzone finì, Almost Blue era stata
la colonna sonora di quella assoluta manifestazione di debolezza. Si alzò di
scatto e il calice si rovesciò, bagnando e sporcando la tovaglia di seta, che
dal neve, passò ad un colore rosso sangue. Nemmeno quello attirò l’attenzione
della dea, ancora lì, ferma a fare l’amore con il fumo intorno a lei. Improvvisamente,
un grande applauso di quelle poche persone per l’arte che scaturiva quel l’uomo
sul palco, mentre la cameriera sistemava il disastro del nostro uomo, che in
preda alle proprie debolezze, decise di prendere il soprabito e scappare via,
nella tempesta di pioggia. All’interno trovò un numero di telefono, che
apparteneva sicuro alla seducente cameriera, che in quei quindici minuti cadde
in preda alle sue di debolezze, persa nel fascino del nostro uomo, persa nei
suoi gesti delicati.
Quando la porta si
chiuse alle sue spalle, la donna con un battito di ciglia lento, passò lo sguardo
a quella porta ormai chiusa, smorzò un sorriso tenue e sottile. Aveva vinto,
poteva segnare l’ennesima preda sulla sua frivola insicurezza.
"Tutte le persone affascinanti hanno qualcosa da nascondere: di solito la loro totale dipendenza dall'apprezzamento degli altri."
Ciao, mi piace molto il tuo blog. Ci passo le giornate. Ma vedo che è da tempo che non posti nulla...
RispondiEliminaSarei contenta di leggere altre storie, spero non ti sarai stancato. A presto :)
Ciao anonima. Addirittura ci passi le giornate? Grazie per i complimenti, hai ragione quando dici che è un po' che non posto nulla, e no, non mi sono stancato. Ho avuto parecchie problematiche ultimamente e ogni volta che mi decidevo a scrivere, qualcosa mi faceva poi spostare o mi dava altre idee. Credo che oggi sia un giorno triste, credo che alcune delle problematiche siano finite e stasera, o quantomeno in questi giorni, sarò pronto a mettere qualcosa di nuovo e di fresco.
RispondiEliminaGrazie ancora per i complimenti e tranquilla, la mia "penna" ha ancora tantissime storie da raccontare e giuro che arriverà qualcosa il prima possibile. Ciao!